RECENSIONE: Scipione l’Africano di Gastone Breccia

Una figura poco conosciuta, quella di Scipione detto l’Africano.

Eppure è grazie a quest’uomo che la Res Publica Romana vince la seconda guerra punica, portando la guerra fuori dalla penisola italiana: prima in Spagna, poi direttamente sul territorio africano.

Publio Cornelio Scipione è un innovatore, sia in campo tattico che strategico. Sfrutta la sua intelligenza, e il suo profondo senso del tempo e della velocità, per risolvere la scarsità di risorse che la Repubblica e il Senato romani gli mettono a disposizione.

Perché nella Roma dell’Africano guerra e politica sono strettamente connesse e questo vale in particolare per il Senato della seconda guerra punica, dove si scontrano gli interessi di due fazioni: quella che si concentra sulla conquista della Pianura Padana e la sua controparte, che aspira a un’egemonia sull’intero bacino mediterraneo, in nuce un’egemonia imperiale.

Dopo la vittoria di Zama, Scipione terrà un atteggiamento molto defilato a livello politico, non sfruttando appieno la fama che gli avrebbe permesso di raggiungere, con oltre un secolo di anticipo, i livelli di Giulio Cesare e di Ottaviano Augusto: rigore morale o miopia?

Ciò detto, Publio Cornelio Scipione avrà un ruolo importante, se non fondamentale, nelle vicende che porteranno Roma, una volta uscita vittoriosa dallo scontro con Cartagine, ad avviare una serie di campagne militari che la porteranno al controllo di tutto il mondo ellenistico, dalla Grecia alla Siria.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Vittoria in Vietnam, a cura di Merle L. Pribbenow

Questa è la storia ufficiale della guerra in Vietnam, dal punto di vista dell’esercito popolare del Vietnam.

L’opera, che ripercorre gli anni del conflitto vietnamita, dal 1954 al 1975, non è pertanto il classico saggio su questa guerra, dove con “classico” si intende il punto di vista dell’Occidente in generale e, in particolare, quello degli Stati Uniti.

In questo caso, si tratta del punto di vista dei vincitori e mettete in conto che questi ultimi si rifanno a due culture: quella orientale e quella marxista leninista.

Il lettore occidentale si armi, quindi, di molta pazienza per comprendere il linguaggio utilizzato, intriso di prosopopea, dove gli avversari del Vietnam del Sud sono immancabilmente dei “fantocci” (sic!) manovrati dall’Occidente imperialista.

A ciò aggiunga un atteggiamento che dovrà essere quello di Diogene equipaggiato di lanterna, per individuare se non la verità, almeno i fatti degni di rilievo. Per esempio, nel resoconto storico, l’esercito del Vietnam del Nord, nonché nella sua dirigenza politica, non commette mai errori, bensì un’errata valutazione della situazione oggettiva, subito corretta da un’autocritica marxista leninista.

Ciò detto, il lettore ostinato e paziente avrà modo di approcciarsi a una lettura di un fatto storico che prende in considerazione un punto di vista decisamente diverso dall’abituale… un’occasione da non perdere, visto l’influsso che il conflitto vietnamita ha avuto sull’Occidente.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: La Russia cambia il mondo (LIMES)

Ed. Febbraio 2022

La Russia cambia il mondo è il titolo del numero che Limes, a tempi di record, dedica alla guerra in Ucraina.

Una guerra che, specie se protratta, è destinata a modificare profondamente gli equilibri internazionali in modi ancora in gran parte imprevedibili, ma certamente duraturi.

L’invasione russa chiude un trentennio di “unipolarità” statunitense, apertosi nel 1991 con il crollo dell’Urss e già vistosamente eroso dall’ascesa cinese, dai contraccolpi economico-politico-sociali sugli Stati Uniti e dalla sovraesposizione americana in Medio Oriente dopo l’11 settembre 2001.

L’intento di questa monografia è quello di compiere una ricognizione storica di come e perché si è giunti a questa guerra. Si ripercorrono i rapporti tra Occidente e Russia post-sovietica e si traccia un primo bilancio dell’impatto strategico, economico e di sicurezza del conflitto sull’Europa e sugli equilibri interni, con particolare attenzione all’Italia, ma anche su attori a noi prossimi, come la Turchia, nonché ovviamente sulla Cina.

Infine, una sezione è dedicata ai riverberi sul teatro centroasiatico, zona d’interesse sia per Mosca che per Pechino.

Quando ci si avvicina a questo volume occorre tenere presente “cosa è” Limes: un luogo di scambio di idee, analisi e opinioni, dove, in nome del confronto e dell’approccio dialettico, trovano spazio modi di intendere la realtà che possono essere molto diversi.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Coloni. Gli uomini e le donne che stanno cambiando Israele e cambieranno il Medio Oriente, di Pietro Frenquellucci

Il conflitto israelo-palestinese visto in un’ottica nuova e originale, dando voce ai “Coloni” che vengono considerati uno dei principali ostacoli alla pace tra israeliani e palestinesi.

Nel corso di tre lunghi soggiorni in Israele, Frenquellucci, che segue e studia da oltre quarant’anni i problemi mediorientali, ha raccolto testimonianze, riflessioni e altro materiale originale e inedito, incontrando direttamente i “Coloni” che vivono nei territori occupati della Cisgiordania. Dalle montagne che circondano Nablus, alle colline a sud di Gerusalemme, Coloni è un viaggio nel cuore di una delle realtà più controverse, forse la più controversa, e dibattute del Medio Oriente. L’obiettivo del lavoro è quello di far conoscere come vivono e cosa pensano, quali sono le ragioni che spingono uomini, donne, giovani e meno giovani, intere famiglie a trasferirsi negli insediamenti costruiti nei territori conquistati da Israele con la guerra dei sei giorni del 1967 e che vengono chiamati ancora con i nomi biblici di Giudea e Samaria.

L’autore affronta il tema senza filtri e intermediazioni, con un linguaggio al tempo stesso ricco di suggestioni e riferimenti, ma chiaro e accessibile. Nel libro, i “Coloni” parlano liberamente anche dei rapporti con i palestinesi, della situazione politica attuale, delle prospettive della pace e dell’eventualità della nascita di uno Stato palestinese indipendente.

A raccontare le loro storie, i pensieri, le convinzioni e le motivazioni delle loro scelte sono i leader attuali e i padri fondatori dei movimenti dei “Coloni”. oltre a imprenditori, intellettuali, uomini e donne che vivono negli insediamenti costruiti nei territori occupati.
Dalle loro parole emerge un complesso di convinzioni che parte dal rapporto storico con la terra di Israele, così come definita nella Bibbia, prosegue con il legame millenario con la religione dei padri, si consolida con il prezzo in termini di vite e di sangue pagato oggi da chi vive negli insediamenti ebraici in Cisgiordania.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Medio Oriente dentro la guerra, di Benny Morris

Il 1948 fu un anno traumatico per il Medio Oriente e il mondo arabo, che subirono la nascita di una entità per loro estranea: lo Stato di Israele.

Gli Stati arabi, dopo aver subito non solo una sconfitta militare, ma anche il fenomeno socio-economico delle centinaia di migliaia di profughi palestinesi, rifiutarono da subito di tramutare l’armistizio in pace. Al contrario, iniziarono a parlare di “seconda ripresa”, ovvero di un nuovo conflitto che avrebbe cacciato la popolazione ebraica che si riversava in Israele da ogni angolo del pianeta.

Il saggio analizza lo sviluppo delle relazioni e, soprattutto, dei contrasti tra Israele e gli Stati arabi negli anni cruciali, che vanno dal 1949 al 1956, soffermandosi in particolare sulle infiltrazioni arabe nel territorio israeliano e sulle conseguenti rappresaglie. Le incursioni di profughi e di commando palestinesi, insieme agli attacchi transfrontalieri di forze irregolari, furono gli elementi principali del fenomeno che caratterizzò questo periodo e, inoltre, furono utilizzati come giustificazione dalle forze armate israeliane per rappresaglie, spesso feroci. Ampliato sulla base di nuovo materiale (inclusi documenti desecretati delle IDF, le Forze di Difesa Israeliane), il volume offre importanti contributi alla comprensione dell’attuale situazione in Medio Oriente, con uno sguardo rivolto alle prospettive di una pace duratura in quei territori.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Venezia contro Napoleone. Morte di una repubblica, di Federico Moro

Può uno Stato suicidarsi? Quanto è accaduto alla Serenissima durante la prima campagna napoleonica in Italia ci dice che sì, è possibile.

È possibile se la classe dirigente di uno Stato decide di ignorare il fatto che la geopolitica non è uno strano gioco di società, bensì lo strumento necessario per analizzare i fatti e per compiere scelte consapevoli, partendo dalla realtà geografica e storica.

Infatti, esistono delle costanti di lungo periodo indispensabili da conoscere per poter agire. Delle costanti ignorate consapevolmente dallo Stato veneziano del 1797, che permise di essere considerato campo di battaglia tra francesi e austriaci, uno strano concetto di “neutralità”,

L’illusione di non schierarsi per non essere coinvolti, di non difendere i propri interessi fondamentali,  portò alla inevitabile conclusione di divenire merce di scambio tra i belligeranti.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Roma contro i Germani di Natale Barca

Era una marea umana: ottocentomila tra uomini, donne e bambini, di cui almeno trecentomila combattenti, appartenenti a varie etnie e provenienze.

In principio, i Romani patirono una serie di sconfitte umilianti, in seguito si riorganizzarono, infine prevalsero in epiche battaglie.

Si concluse così la Grande Migrazione di uomini del nord, che aveva sconvolto mezza Europa per un ventennio (circa 120-101 a.C.). L’episodio anticipò di alcune centinaia di anni le invasioni barbariche del Tardo Antico e inaugurò la lotta tra Roma e i Germani, che era destinata a segnare una frattura nel cuore dell’Europa attraverso i secoli.

L’emergenza ebbe conseguenze traumatiche anche sulla Res Publica Romana. Da questo conflitto emersero non solo figure come quelle di Mario e Silla, protagonisti della seguente guerra civile, ma fu necessario stravolgere lo stesso sistema di reclutamento, accogliendo nelle fila delle legioni anche i cittadini privi di beni economici, promettendo loro in cambio terreni pubblici e regalie: iniziava il lungo percorso verso l’Impero e verso il ruolo politico delle forze armate romane.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Lo scudo di Cristo di Gastone Breccia

Le possenti mura di Costantinopoli hanno arginato per secoli le ondate dei nemici che insidiavano l’Europa cristiana. Le armate dell’Impero Romano d’Oriente si erano trasformate nello scudo di Cristo: questa è la storia della loro lunga lotta, fino alla vittoria.

L’Impero Romano d’Oriente visse suo malgrado per oltre mille anni in uno stato di guerra continua. La capitale, Costantinopoli, la “regina delle città”, non smise mai di attirare avidi conquistatori avidi dai quattro angoli del mondo: Goti, Unni, Slavi, Avari, Persiani, Arabi, BulgarI.

Questa capacità di resistenza, infranta solo dagli Ottomani, non fu solamente dovuta alle mura della capitale, bensì alla capacità dell’Impero Bizantino di modificare tattiche e strategie, calibrando sapientemente modifiche nel sistema di arruolamento, nel modo di combattere, ma anche coniugando la guerra a un’accorta azione diplomatica, valutando quando conveniva combattere e quando invece era economicamente più vantaggioso “pagare” il nemico affinché se ne stesse tranquillo.

Un volume che sfata molti preconcetti su questo periodo poco conosciuto della storia del Grande Impero a tutti gli effetti occidentale.

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RECENSIONE: La guerra russo-giapponese 1904-1905 di Francesco Dei

Questo conflitto è denominato da alcuni storici World War Zero e non a torto.

In questi due anni di guerra furono sperimentati, soprattutto durante l’assedio di Port Arthur, modi di fare la guerra che diventarono la normalità durante la Grande Guerra, compreso l’uso di armi chimiche.

La guerra per la contesa della Manciuria e della Corea, Paesi nei quali si combatté, provocò un’accelerazione dei processi di mutamento in corso nei due Paesi, in maniera del tutto irreversibile e imprevedibile. Il Giappone, da poco uscito proprio dalla fase feudale, si stava finalmente avviando a divenire una grande potenza asiatica; viceversa, in Russia si iniziava a manifestare una crescente opposizione al regime zarista che sfocerà nella rivoluzione del 1905, prodromo di quella ben più drammatica del 1917 e della successiva guerra civile.

Il risultato della guerra, vinta sul campo dal Giappone, ma con l’impero zarista consapevole di avere davanti un avversario incapace di sostenere un proseguimento del conflito per altri mesi o anni, porterà, citando il conte russo Witte, a una situazione per cui «Non ci sono vincitori e quindi non ci sono vinti».

La delusione nipponica per la “vittoria tradita” costituirà le basi che, un quarto di secolo più tardi, condurranno a Pearl Harbour.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.

RECENSIONE: Venezia nella tempesta di Federico Moro

I primi diciotto anni del 1500 sono una durissima sfida per la Repubblica Veneta. Nel giro di pochi anni, dopo una serie di conflitti con l’Impero ottomano, perde la supremazia nel Mediterraneo, in gran parte a causa dell’insipienza del ceto dirigente.

Nello stesso periodo, subisce la grande scommessa della nascente potenza oceanica portoghese, che, tramite il periplo dell’Africa, apre una nuova rotta commerciale con l’India e l’Oriente, imponendo a suon di cannonate questa altrimenti antieconomica, per i tempi,  nuova rotta commerciale.

Dulcis in fundo, Venezia dovrà difendere con le unghie e con i denti i suoi domini terrestri nel Nord Italia, combattendo contro la Lega di Cambrai.

La Serenissima sopravviverà a queste sfide multiple… ma si tratta appunto di sopravvivenza. La doppia spinta propulsiva dei “ranocchi della laguna”, come venivano scherniti  i veneziani nel Duecento, verso l’Italia e verso il Mediterraneo è ormai terminata… inizia il lungo declino.

Disponibile presso la biblioteca del Centro Eirene.